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    Infrasuoni
    Infrasuoni

    “L’amore non è una cosa che conta, ma una casa che canta.”

     

     

     

     

     

    Con questa delicata citazione di Marco Castoldi, introduco una delle mie arti preferite: la musica.

    Ho chiamato questa rubrica INFRASUONI, come l’onda sonora che vibra a meno di 20Hz e che viene registrata dai sismografi per il monitoraggio dei terremoti. Perché cos’è la musica se non un terremoto di emozioni?

    Di seguito trovi alcuni album che ho amato, che amo e che amerò, e che ora puoi ascoltare su Spotify.

    Lost Horizons | Lemon Jelly

    Avete presente quando un bambino apre la scatola dei giochi? Ecco, questa è la sensazione che provo ogni volta che ascolto questo vinile, acquistato a fine 2002 e che ho letteralmente consumato. Un album di musica elettronica che trasmette una grande sensazione di serenità.

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    Grayscale | Darksoft

    Cantautore polistrumentista di Seattle, il suono di Darksoft attinge dal dream-pop e dallo shoegaze per dare forma (d’onda, sintende) a 10 brani contraddistinti da atmosfere eteree ma dall’animo rock. Indie rock, come dire, in punta di piedi.

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    1 | Sorelle Gemelle Lasciate in Castigo

    Partorite alcuni anni fa dalla mente di  Umberto Maria Giardini e Salvatore Russo, 1 è il primo “compito a casa” delle Sorelle Gemelle Lasciate in Castigo. Un album senza dubbio potente, denso di Harley Davidson tirate a lucido grazie alla luminosa scrittura di U.M.M. Da ascoltare quanto la mente freme dalla voglia di correre.

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    Pie Town | L.A. Edwards

    Se non mi avessero detto che era un’ultima uscita avrei pensato che questo album fosse di almeno 35 anni fa. E sia chiaro, non che questo debba per forza essere un male. Anzi! 42′ di atmosfere californiane country-rock, che un po’ rievocano Bryan Adams (ma con una voce più bella) e che suonano godibilissime. Perfette per una passeggiata nel bosco.

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    Altrevie | Antonella Ruggiero e Roberto Colombo

    Dopo ben 16 anni ritornano con un album particolarmente innovativo. Isolando le tracce vocali del primo disco di Antonella (Libera pubblicato nel 1996 e registrato tra l’India e l’Italia) e rimontandole al contrario con la tecnica del “reverse”, utilizzata fin dagli anni ’60 dai Byrds, i Jefferson Airplane e persino Jimi Hendrix, hanno ri-creato qualcosa di unico. Un nuovo linguaggio per delle nuove esotiche melodie.

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    We Are the Dream Eaters

    Di questa band non sono riuscito a recuperare nessuna informazione, se non che il loro album suona tremendamente anni ’80. E non farti ingannare dal numero dei brani: ben 33 (sì trentatré), perché alcuni durano solo 20″; sembrano delle colonne sonore di vecchi spot della Badedas. Da ascoltare quando si vuole tornare indietro nel tempo.

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    Garage Pordenone | T.A.R.M.

    Dopo Meme K Ultra, che non ho amato, i Tre Allegri Ragazzi Morti resuscitano -letteralmente- con un album autentico, sia per quanto riguarda la musica che i testi. A partire dal mantra Ho’opopnopono per poi passare alla divertente Jessica Dislessica e all’emozionante Robot Rendez-Vous, che attinge dalle note della loro Alle Anime Perse che fu. Bravi ragazzi, finalmente siete tornati.

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    Galvanize | A Sudden Burst of Colour

    Direttamente dalla scozia arriva questo album di rock strumentale; ebbene sì, nessuna delle 8 tracce contiene un sample vocale. Ma non ce n’è bisogno perché le chitarre si esprimono in drammatiche melodie che si inviluppano in un orgasmo di colori. Da ascoltare e riascoltare all’infinito. Senza accorgersene.

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    Ländmark | The Holy

    Devi sapere che questo è uno dei miei gruppi preferiti degli ultimi anni. Finlandesi, mescolano sapientemente elementi elettronici e post rock con il kraut rock degli anni ’70 dando vita a qualcosa di unico nel suo genere. Anche la stesura dei brani è insolita e segue a volte quella utilizzata nella musica elettronica sperimentale. Da ascoltare quando hai bisogno di perderti in un nuovo mondo.

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    A Sudden Burst of Colour | Choir Boy

    Questi quattro ragazzi inglesi immaginari (in realtà sono americani) rielaborano le melanconie degli anni ottanta creando un pop ipnotico dai toni struggenti. Quando si ascolta “Toxic Eye” si ha davvero l’impressione di trovarsi di fronte a una delle più belle canzoni pop del 2020. Un album influenzato dai fumetti, dal punk e dal Vangelo, con testi che si interrogano sul significato dei rapporti umani, abbracciando le filosofie morrisseyane con passione.

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    Incidental Music | W.H. Lung

    Versa nel bicchiere un po’ di kraut-rock, di post-punk e psiche-rock, agita per bene e avrai come risultato il disco d’esordio di questi 3 ragazzi di Los Angeles. Annunciati come gli eredi dei Stone Roses e dei LCD Soundsystem, riescono a smuovere ogni cellula del corpo grazie a luuunghi brani contraddistinti da ritmi serrati e trascinanti. Da bere, pardon ascoltare, tutto d’un fiato.

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